Negli ultimi giorni si sente spesso parlare di riapertura, della così detta fase 2. Una parola dal semplice significato ma con una complessa attribuzione emotiva.
In questi mesi molte persone si sono adattate alla vita da quarantena, abituandosi e affezionandosi alla così detta comfort zone caratterizzata da nuove routine come il giardinaggio, o la cucina, riscoprendo o dando spazio a passioni che prima purtroppo venivano messe da parte a causa dei ritmi frenetici a cui eravamo abituati.
Anche le nostre relazioni sono cambiate, abbiamo più tempo per parlare, per ascoltare. Abbiamo più tempo per vivere i nostri familiari. Abbiamo più tempo per dedicarci ai nostri figli, a quei figli che si sono adattati in maniera egregia a questa sfida! Annoiandosi ma allo stesso tempo creando, inventando delle attività da svolgere con i genitori.
Tra queste persone però, ci sono anche coloro che seppur a fatica, si sono adattate ai nuovi ritmi, oppure coloro che a causa della convivenza forzata iniziano ad esperire il proprio sollievo alla visione di spiraglio della fase due. Perché lo stato d’animo caratterizzante di questo periodo è quello dell’insoddisfazione. Insoddisfazione per i giorni trascorsi in casa, insoddisfazione per l’aumento dei litigi con i propri familiari, con il partner oppure per l’alterazione dei ritmi sonno veglia dei propri figli, e per la stessa difficoltà di gestione degli stessi.
Queste reazioni, seppur diverse tra di loro sono frutto del modo in cui ci si è adattati al periodo di isolamento sociale, di quarantena. Reazioni che sono in parte accomunate e legate ai fattori oggettivi dell' emergenza, che appunto non possono essere modificati e altri invece, legati ai fattori di personalità e quindi al modo soggettivo in cui si è dato significato all’evento.
Eppure in tutto questo c’era qualcosa che si adattava, senza che ce ne rendessimo conto, ovvero il nostro corpo! Ma non nel senso che intendete voi, ovvero ingrassando, ma il nostro organismo stava reagendo allo stress.
Quando subentra lo stress, in termini molto semplici, il nostro corpo produce una sostanza naturale espressa in grosse quantità, ovvero il cortisolo. Un ormone che nel qui ed ora della situazione stressante produce a sua volta sostanze utili come gli zuccheri, per fronteggiare la situazione temuta. Proviamo a pensare alla gazzella che è preda del leone. Se la stessa gazzella, non provasse paura il suo corpo non potrebbe produrre in maniera eccessiva cortisolo così da permetterle di scappare e di salvarsi ( nella migliore delle ipotesi).
Tuttavia però accade che in situazioni di stress prolungate, il nostro corpo percependosi sempre nella situazione di pericolo, continua a produrre in maniera eccessiva cortisolo e le sostanze ad esse connesso per reagire alla situazione, determinando però affaticamento, debolezza, dolori muscolari, e altri sintomi che indeboliscono le difese immunitarie.
Ed è proprio ciò che è accaduto a noi e al nostro corpo, in questi giorni di quarantena e nelle migliori delle ipotesi ci siamo adattati agli eventi, e abbiamo riorganizzato le nostre quotidianità, riducendo in maniera automatica la percezione di paura per il covid oppure riducendo la rabbia per non poter uscire, focalizzandoci su qualcosa che ci piaceva fare e quindi fronteggiando anche la produzione eccessiva di cortisolo. Sostanzialmente abbiamo riconosciuto e accettato le nostre emozioni.
Ma a questo punto, cosa ci si deve aspettare in futuro? Cosa ci si deve aspettare della fase due ? come reagiremo dal punto di vista emotivo? Cosa dovremo fare? Sicuramente le reazioni saranno diverse e in alcuni casi si avrà bisogno di un clinico, di uno specialista per far fronte ad un disturbo da sintomi somatici, o una depressione o a un disturbo da stress post traumatico…ma Prima di tutto ricordiamo e aspettiamoci una cosa basilare! Aspettiamoci nuovamente che il nostro corpo reagirà e produrrà in maniera eccessiva cortisolo perché stressato ad eventi nuovi, non perché mai conosciuti ma perché la nostra routine sarà nuovamente sconvolta E quindi anche chi si è adattato bene alla quarantena, può stressarsi nuovamente.
Aspettiamoci quindi nuove preoccupazioni, aspettiamoci paure per il futuro, aspettiamoci paure per ciò che sarà il nostro lavoro, paure per ciò che sarà la nostra situazione economica e aspettiamoci paura per le nuove possibilità di contagio. Ma allo stesso tempo aspettiamoci sollievo perché usciremo dal nostro isolamento.
Diamo spazio, diamo spazio alla nuova fase, alla fase 2, ascoltiamoci, ascoltiamo il nostro scopo adattiamoci. D'altronde sia che lo vogliamo o meno, il nostro corpo continuerà a stressarsi…e a produrre cortisolo, saremo noi a doverlo riconoscere e ad aiutarlo a non percepirsi in continuo pericolo..

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