Il timore di aver contratto una malattia: l'ipocondria
- Amabile Azzarà
- 2 mag 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 24 mag 2020
Ti è mai capitato di avere paura di aver contratto una malattia? Di percepire in maniera intensa dei sintomi che possono essere ricondotti a quella malattia da te temuta?
Quando le preooccupazioni sono intense e perdurano per un periodo di tempo prolungato come ad esempio 6 mesi, si può parlare di un disturbo d’ansia che in passato veniva definito ipocondria.
Ma cos’è l’ipocondria e chi è l’ipocondriaco? Chi soffre di ipocondria interpreta i propri sintomi, come ad esempio il proprio respiro o tutti quei sintomi legati alle così dette sensazioni corporee normali, come segnali di avere una patologia, una patologia molto grave.
L’ansia relativa al avere una grave malattia può portare la persona a trascorrere l’intera giornata o parte di essa, a cercare di concentrarsi sul proprio corpo, per identificare che quel sintomo sia presente o che ancora possa essere segnale di avere effettivamente una grave malattia.
Generalmente la persona con ipocondria cerca di gestire le proprie preoccupazioni ma se nel breve termine queste strategie possono far sentire più sicuri, fungono a lungo termine come fattore di mantenimento.
Proviamo a immaginare di avere sempre mal di pancia. E di aver paura di avere una malattia incurabile. Questa preoccupazione paralizzante può portarmi in un primo momento ad effettuare dei controlli medici ripetuti che però non danno esiti infausti, ovvero non riscontrano la presenta di una malattia, e in parte tranquillizzarmi, ma allo stesso tempo, mi portano ad effettuare dei check dei controlli ripetuti anche attraverso delle auto-palpazioni alla pancia che ad un tratto in maniera involontaria, indolenziscono sempre più la parte e determinano un aumento della mia preoccupazione.
Proviamo a vedere nel dettaglio quali sono i fattori di mantenimento, quindi cosa fa la persona con ipocondria.
Può appunto effettuare controlli ripetuti sul proprio corpo, quindi misurare più volte la pressione arteriosa o osservare la propria pancia, la presenza di strani rumori o dolori sospetti, per escludere la presenza di anomalie. Oppure posso toccare continuamente la parte e quindi avvertire in modo accentuato il dolore che interpreterò come segnale di malattia.
La persona con ipocondria può addirittura cercare di gestire l’ansia attraverso continue richieste di rassicurazioni, quindi può chiedere rassicurazioni dei propri sintomi ad esempio al medico, può fare ripetute visite, può chiedere agli amici, o ancora cercare su google informazioni di quei sintomi.
Tra i fattori di mantenimento rientrano anche i comportamenti protettivi ovvero tutti quei comportamenti che vengono messi in atto, vengono compiuti al fine di prevenire di sviluppare una malattia. Proviamo a pensare all’assunzione di farmaci da banco senza che ne abbia bisogno perchè sono convinta che solo assumendoli potrò ridurre il rischio di sviluppare patologie.
E infine a tutti questi comportamenti si aggiungono anche gli Evitameti. Come dice la parola stessa, tutti quegli atteggiamenti che evitano la possibilità di avere una malattia. Ovvero non faccio sforzi fisici altrimenti potrei percepire un aumento del battito cardiaco e quindi ho paura di poter avere un infarto. O ancora evito quei programmi in cui si parla di malattie o evito le conversazioni che hanno sempre come oggetto le malattie. Queste persone diversamente dalle prime, hanno anche loro una forte paura di sviluppare una grave malattia, ma evitano la consultazione per paura che i propri timori possano creare conferma.
Cosa succede però, più più eviterò di guardare o di effettuare visite , tanto più avrò paura delle malattie e quindi rimarrò incastrato all’interno del mio circolo vizioso.
Se ti rendi conto di avere questo tipo di pensieri, di presentare tali preoccupazioni e ti ritrovi in uno dei comportamenti appena descritti, contatta uno psicoterapeuta al fine di individuare e aiutarti a mettere in atto dei comportamenti funzionali per vivere meglio. Quindi al fine di sviluppare un modo più sano di vivere le tue preoccupazioni, così che con il tempo sarai sempre meno spaventato.

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